🤩 Black Friday! Vai nel nostro Shop per scoprire le offerte! Promozione valida fino al 26 novembre 🤗
L’autostima può essere definita come la valutazione che ciascuno compie di se stesso, sui propri pensieri, sentimenti, esperienze che ha vissuto nel corso della vita. L’autostima non è qualcosa di statico e neppure qualcosa che possiamo dire di possedere o no dalla nascita.
Da questa affermazione sorge spontanea una domanda: l’autostima, quindi, è generata da fonti esterne o si forma all’interno dell’individuo? In letteratura c’è un generale consenso nell’affermare che il nostro Sé si struttura in funzione delle reazioni con gli altri, le nostre azioni e caratteristiche vengono in qualche modo rispecchiate dagli altri e di riflesso noi ci percepiamo in un determinato modo. Il concetto di sé e la propria autostima si sviluppano in seguito ad una continua interazione tra l’individuo e l’ambiente che lo circonda (Cooley, 1902; Mead,1934). Poiché la società fornisce degli standard ideali, ognuno cerca in qualche modo di adattarsi, e valuta se stesso misurando la discrepanza tra il suo Sé ideale e quello reale. Il Sé reale possiamo definirlo essere ciò che l’individuo percepisce, è il suo concetto di sé; mentre il Sé ideale rappresenta la persona che gli piacerebbe essere. La distanza tra Sé percepito e Sé ideale è ciò che potrebbe generare problemi di autostima (Pope et al., 1992). Infatti, per conoscere l’autostima di una persona, bisogna sapere sia cosa pensa di sé sia come vorrebbe essere e vedere che discrepanza c’è tra le due cose: se è grande, l’autostima sarà bassa, se è piccola, sarà alta (Miceli, 1998, p. 53).
Alla luce di quanto sopraesposto, l’autostima, quindi, può variare nel corso del ciclo di vita, in funzione delle situazioni personali, lavorative, familiari, sentimentali, etc.. Tanto maggiore è la concordanza tra quanto pensiamo, sentiamo e facciamo, e tanto più ne siamo soddisfatti, tanto maggiori saranno i nostri livelli di autostima.
L’importanza dell’autostima è sempre più riconosciuta, soprattutto in ambito educativo. È rilevante, infatti, preoccuparsi di ciò che i bambini pensano circa se stessi e renderli consapevoli delle qualità che possiedono. È opinione comune che “un’autostima positiva [sia] il fattore centrale di un buon adattamento socio-emozionale” (Pope, McHale & Craighead, 1992, p. 17). Un’autostima positiva permette, infatti, alla persona di essere più efficace e vivere in modo più sereno. In funzione di quanto qui presentato, quindi, si evidenzia quanto sia importante una buona autostima nei bambini, in quanto è proprio nell’infanzia che si formano le basi delle percezioni che gli individui avranno di sé nel corso della vita.
L’importanza di una buona autostima, ci porta ad analizzare quali possono essere i segnali di una bassa autostima, al fine di individuare e intervenire tempestivamente.
Le persone con scarsa autostima hanno una visione negativa del proprio valore, incondizionata, pervasiva e di lunga durata.
Dalla letteratura si evince che chi ha bassa autostima sperimenta:
Il tutoraggio è sempre un aiuto valido, ma allenare il cervello permette di potenziare le nostre abilità in maniera mirata. I fattori metacognitivi su cui agiamo attraverso i nostri strumenti sono legati alla gestione delle risorse cognitive, ossia la conoscenza del proprio sapere, dei propri processi di pensiero e dei processi di controllo. La consapevolezza dei propri punti forti e deboli può portare a prendere decisioni, quindi ad attuare un controllo e regolarsi secondo le proprie necessità.
La nostra organizzazione, nell’interesse primario dei nostri clienti, opera sotto la stretta supervisione di personale laureato e/o appositamente formato. Ricordiamo che il nostro operato non può sostituire mai l’intervento medico.